venerdì 15 ottobre 2010

Il padiglione dell'Italia, Expo Shanghai 2010





Il progetto presentato all'Expo 2010 da Giampaolo Imbrighi, architetto romano e docente all'Università di Roma "Sapienza", ha aderito più di ogni altro ai requisiti fissati dal bando di gara, motivo per il quale la sua proposta si è rivelata vincitrice. La coerenza con la tematica dell’Expo vede da un lato l’illustrazione dei valori culturali italiani in termini contemporanei e, dall’altro, si propongono soluzioni originali sia sul piano tecnologico, per rispettare l’imperativo della eco-compatibilità, che sul piano strutturale, per soddisfare l’esigenza di essere eventualmente smontato e ricostruito in dimensione anche ridotta in un’altra area della città.L’opera italiana offre un originale riferimento a concetti e tradizioni della Cina. Infatti l’omaggio alla nazione è dato da un’interpretazione in chiave architettonica dei giochi cinesi delle costruzioni e dello shanghai a cui si lega un edificio dal tipico modello del tessuto urbano italiano, coerente al tema “La città italiana”.Il padiglione si presenta a pianta quadrata con un’estensione di circa 3.600 metri quadrati e un’altezza di 18 metri. La struttura è divisa in più corpi di dimensioni diverse e irregolari collegati tra loro da strutture-ponte in acciaio che lasciano intravedere i ballatoi di collegamento. L’edificio è circondato su tre lati da un rivolo d’acqua che ne riflette la propria immagine, esaltando gli effetti luminosi naturali. La luminosità della struttura è riproposta anche all’interno non soltanto attraverso delle feritoie, che evocano gli stretti vicoli tra i palazzi delle città, ma anche grazie all’impiego di cemento trasparente, un materiale poliedrico di recente creazione e di straordinario impiego.La superficie del padiglione appare in parte diafana e in parte trasparente con facciate formate da cristalli autopulenti. Gli elementi fotovoltaici integrati nei vetri delle coperture esterne garantiscono un effetto coprente dalle radiazioni, mentre il progetto illuminotecnico dell’edificio mira non soltanto scandire gli spazi, ma anche a favorire il risparmio energetico.

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